REGGIANE URBAN GALLERY

REGGIANE URBAN GALLERY è la galleria virtuale, realizzata in fotografie sferiche, che permette a ogni visitatore digitale di scoprire le opere, gli artisti e le storie di street-art e writing nascoste nel complesso industriale delle ex-Officine Reggiane, proponendone un’esperienza di attraversamento e narrazione interattiva.

LE REGGIANE

Quando si arriva a Reggio Emilia con il treno, la prima cosa visibile è un enorme capannone grigio con una scritta gialla che dice a caratteri cubitali: REGGIANE. Oltre a quel capannone, il più recente, ce ne sono tanti altri, una ventina risalenti a diverse epoche storiche, dentro un’area di circa 26 ettari che si estende a ridosso del centro storico, tra la ferrovia e l’aeroporto, a formare le Officine Meccaniche Reggiane, un’area industriale dismessa che racconta 100 anni di storia italiana e della città, dalla fondazione nel 1901 sino al definitivo abbandono nel 2008, quando la Fantuzzi cede l’attività alla multinazionale americana Terex.

LA MEMORIA

05_slideshow_01_immaginestoricaLe Reggiane sono prima di tutto un luogo della memoria, scenario della storia economica e sociale di Reggio Emilia. Una storia enorme, che ancora ci parla attraverso le affascinanti architetture dei capannoni che, seppur in rovina e depredati di ogni cosa, conservano le tracce di una produzione sterminata, locomotive, aerei da guerra, motori, macchine agricole, interi zuccherifici, gru portuali. E poi grandi innovazioni, riconversioni, licenziamenti, lotte, occupazioni, eccidi.

La memoria del passato è importante, è costitutiva della nostra identità, collettiva e individuale. Ne sono custodi il Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia – Archivio storico delle Reggiane OMI 1904-1994, dove è conservata la documentazione che riguarda il carteggio amministrativo dell’azienda e progetti e disegni originali dei suoi prodotti, e l’Archivio Digitale dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha digitalizzato oltre 15.000 reperti provenienti da enti e istituzioni, musei e fondazioni, oltre che da collezionisti e appassionati in Italia e all’estero.

C’è una dimensione della memoria che sfugge ed è quella legata alla contemporaneità. Il presente dell’area è degrado e abbandono, di cui l’espressione più forte è il silenzio. È recupero e rinnovamento che interessa una parte dell’area (circa un terzo), oggetto di un innovativo intervento pubblico di rigenerazione urbana, che vuole essere il motore del nuovo sviluppo economico, culturale e sociale della città. È anche la storia di un movimento spontaneo di riappropriazione di quei muri usurati dal tempo, dalla fatica e dal lavoro. Nel 2012, infatti, un gruppo di ragazzi reggiani a caccia di muri da “pittare” scavalca il muro di cinta e si trova dentro un teatro con quinte bellissime su cui esprimersi liberamente. In poco meno di 5 anni, le Reggiane diventano un punto di riferimento per l’arte urbana nazionale e internazionale. Nell’apparente oblio, sono un’officina mantenuta in vita da forme di sperimentazione, contaminazione e collaborazione tra decine di artisti che lavorano con storie e stili diversi e che, con la produzione di centinaia di opere, “pezzi” in gergo, valorizzano e danno nuova identità a quest’area industriale. Proprio la memoria di questo estremo presente è quello che ci sforziamo di custodire qui.HANG_mappina

PERCHÉ UNA GALLERIA VIRTUALE

Le creazioni di arte urbana hanno come tratto comune il luogo di esecuzione e di fruizione, la strada, e per ciò l’arte urbana rivendica una riappropriazione degli spazi e porta nei luoghi in cui si esprime una stratificazione di identità visiva legata all’opera e al processo di trasformazione che il luogo subisce. Va detto che, nel contesto della riqualificazione in atto, il cambiamento è fortemente accelerato e che alcuni dei “pezzi”, almeno per quanto riguarda i capannoni 17 e 18 oggetto di ristrutturazione, si perdono per effetto degli interventi necessari di demolizione.

Quanto all’ipotesi di creazione di un “museo aperto”, essa è fortemente condizionata dal fatto che lo spazio è inagibile, o per degrado o perché oggetto di ricostruzione. Di fatto l’arte urbana delle Reggiane è un patrimonio di bellezza e di storia non accessibile e la cui fruizione “dal vivo” non può essere offerta a tutti, se non dietro enormi interventi di messa in sicurezza dell’area, oppure attraverso un ambiente digitale.

LA METODOLOGIA

Per realizzare la Reggiane Urban Gallery, è stata scelta la tecnica delle fotografie sferiche e la modalità di attraversamento in stile street view poiché permettono una visione panoramica in “soggettiva”, la completa osservazione degli ambienti e, soprattutto, di cogliere la relazione dell’opera con il contesto, elemento che caratterizza tutta l’arte di strada ma in modo particolare quella delle Reggiane, dove le opere dialogano con l’architettura, arrivando ad includerla nella creazione: le aperture, una crepa, un interruttore, un cartello segnaletico entrano a far parte dell’opera.

IMG_0978Il tour virtuale è integrato da contenuti, esposti nelle due sezioni “Opere” e “Artisti”, ricavati da una mappatura preliminare di tutte le opere con fotografie statiche e dall’incontro con gli artisti, per consentire di individuare gli autori, determinare le attribuzioni delle opere e, attraverso l’intervista, redigere le biografie.

Reggiane Urban Gallery è pensata per raccontare non solo l’esistente, ma anche quello che sarà prodotto. Non è, quindi, un museo, almeno in senso tradizionale, che cataloga oggetti e produce riflessioni per gli addetti ai lavori, bensì un sito dinamico e dialettico, che cambia e accresce i propri contenuti in relazione alle trasformazioni dello spazio fisico, agli interventi degli artisti, alla partecipazione dei fruitori.

ISTRUZIONI PER LA NAVIGAZIONE

Reggiane Urban Gallery è un sistema dinamico sempre in divenire, un work in progress per definizione.

È possibile navigare nello spazio (tra i capannoni) o nei contenuti (artisti e opere). Si parte dai capannoni 17 e 18, gli unici oggetto di riqualificazione. Gli artisti e le opere presenti non sono tutti quelli che hanno lavorato alle Reggiane bensì quelli presenti sui muri dei capannoni visitabili, l’elenco si allarga man mano che procede l’opera di “montaggio” delle foto sferiche e l’attività etnografica di raccolta informazioni su artisti e opere.

La sezione “Artisti” presenta le loro storie raccolte attraverso incontri diretti e interviste realizzate dagli studenti universitari coinvolti nel progetto. L’incontro con gli autori non è possibile sempre, qualcuno infatti non è disponibile, o perché contrario o perché non interessato, altri sono irraggiungibili, altri, nonostante gli sforzi di identificazione, restano ignoti. In alcuni casi, la biografia riporta materiali non originali, dichiarando la fonte da cui sono tratti.

La sezione “Opere” presenta una galleria di immagini (fotografie statiche) di tutti I “pezzi” mappati. I titoli delle opere non sono stati assegnati dagli artisti, se non nei pochi casi segnalati da virgolette, bensì dai mappatori, a scopo meramente pratico e funzionale alla attività di catalogazione. Si è deciso poi di conservarli e pubblicarli come testimonianza di una libera lettura dell’opera. I titoli colgono elementi che caratterizzano l’opera o nel suo contenuto iconografico (“figura umana con naso grosso”) o per gli elementi formali o stilistici (“cerchio rosso”, “cubismo”), suscitando riflessioni sulla dialettica tra l’opera e il suo fruitore.

IL TEAM

Per la progettazione e la realizzazione di questo progetto, STU Reggiane è ricorsa alle risorse della città tra cui il Dipartimento di Comunicazione ed Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia e, in particolare, il Laboratorio di ricerca RelabMedia che svolge attività legate al tema dello storytelling digitale, della narrazione interattiva e dei locative media. La galleria virtuale di arte urbana delle Reggiane è realizzata con il coinvolgimento degli studenti del Corso di grafica e video-comunicazione (i mappatori), nonché di esponenti della street art e del writing che hanno lavorato alle Reggiane.

PERCHÉ STU REGGIANE SI OCCUPA DI CULTURA

La STU Reggiane Spa, istituita dal Comune di Reggio Emilia per sviluppare progetti di rigenerazione urbana per la città, si occupa dello sviluppo infrastrutturale dell’area delle ex Officine Reggiane al fine di completare quello che diventerà il primo polo europeo al servizio delle imprese e della ricerca, il Parco Innovazione, oggi costituito dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi e dal Tecnopolo. L’attività in campo culturale da parte di STU accompagna la riqualificazione e si combina con gli aspetti economici e sociali per dare impulso ad un miglioramento diffuso della qualità della vita per il quartiere e per la città. Attraverso il recupero di uno spazio denso di storia, stabilisce nuove modalità di relazione, crea occasioni di crescita e innovazione sociale.

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