Lunedì 16 Maggio 2016
La fantastica storia delle Reggiane non finisce mai di stupire e giorno dopo giorno si scoprono nuovi settori in cui l'azienda era coinvolta. L'argomento è davvero unico nel suo genere e tratta:
LE PRODUZIONI INDUSTRIALI DELLE REGGIANE NEL SETTORE MINERARIO
Il Club per l’ UNESCO di Reggio Emilia si è fatto promotore di un interessante progetto di ricerca riguardante le produzioni industriali delle “Reggiane” nel settore minerario.
Realizzate a partire dagli anni dell’ immediato secondo dopoguerra sono state installate in siti minerari in Italia,Grecia e Sud America.
Grazie all’ Archivio Digitale “Reggiane” dell’ Università di Modena e Reggio è stato possibile identificare tre impianti italiani, S.Giovanni Valdarno (estrazione: Lignite), S.Giovanni Rotondo (estrazione: Bauxite) e Trabia-Tallarita (estrazione: Zolfo).
Quest’ ultimo, attivo nel 1730 come Solfara Grande e che abbiamo visitato nel mese di Aprile 2016, è il più grande sito minerario nisseno del secolo scorso, situato alla destra idrografica dell'Imera tra i comuni di Riesi e Sommatino (CL) . Sono ancora visibili alcuni edifici (Centrale del Palladio, Edificio delle Poste e Palazzina Uffici) trasformati in museo.
Purtroppo la parte più interessante della miniera (pozzi, gallerie, il grande edificio dove veniva lavorato lo zolfo) non sono visitabili ma possono essere osservati e ammirati su un suggestivo sfondo del territorio tipico del centro della Sicilia e sul simulatore 3D che restituisce al visitatore emozioni e sensazioni.
Nel 1909 nella Tallarita fu realizzata la centrale Palladio, un generatore elettrico centralizzato per alimentare tutti gli impianti della miniera, costituita da dinamo da 130 kW ciascuna collegate da quattro motori a gas costruiti dalla azienda Franco Tosi di Legnano. Questa centrale, durante il periodo della guerra, fu anche utilizzata per illuminare i paesi vicini.
Nel 1930 furono sostituite le trivelle a mano con perforatrici meccaniche cingolate, che consentirono di “coltivare” il 33° livello nella Tallarita (corrispondente alla profondità di circa 500 m).
Prima della 2° guerra mondiale la Trabia era dotata di un villaggio per 300 famiglie di minatori, con ufficio postale, spaccio, stazione carabinieri e cappella.
Nel massimo periodo di occupazione i lavoratori impiegati, tra i quali i piccoli bambini chiamati “carusi”, raggiunsero le 3.000 unità.
Di particolare interesse la teleferica di 9,8 Km per trasferire velocemente i blocchi di zolfo a Sud in direzione del porto di Licata, luogo dell’ imbarco sulle navi che trasportavano lo zolfo in ogni parte del mondo.
L’ attività estrattiva è cessata nel 1975 a causa del mancato adeguamento alle nuove tecnologie estrattive e per la forte concorrenza di paesi stranieri.
La mostra fotografica, parte del progetto che aderisce alle VIII Giornate delle Miniere promosse da ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sarà ospite nei mesi estivi di Palazzo Pennisi – Parco Minerario di Floristella – (EN), e da Settembre ritornerà nelle sedi dell’ Università di Modena e Reggio dove sono previsti incontri di tipo scientifico a cura della Prof. Milena Bertacchini del - Museo Universitario Gemma 1786 - Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche UNIMORE
Presentazione del progetto a Reggio Emilia il 28 Maggio 2016
Adriano Riatti
Club per l’ UNESCO di Reggio Emilia
Credits:
Fam. Zurli – Caltanissetta
Associazione Vivienna-Enna
Parco Minerario di Floristella (EN)